IL BLOG DI ALESSANDRA MUSSOLINI
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giovedì 29 gennaio 2009

Finalmente

Mozioni Pollastrini ed altri n. 1-00070, Mura ed altri n. 1-00083 e Cicchitto, Cota, Iannaccone ed altri n. 1-00085: Iniziative per prevenire e contrastare la violenza sessuale e di genere
PRESIDENTE
. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Mussolini. Ne ha facoltà.
ALESSANDRA MUSSOLINI. Signor Presidente, sono orgogliosa e, se mi consentite, anche commossa nell'annunciare all'Aula finalmente che il Governo, nella persona del Ministro Alfano, e ringrazio anche il sottosegretario Caliendo, inserirà attraverso un emendamento che abbiamo promosso, al quale tenevo molto, il gratuito patrocinio per le vittime della violenza sessuale (Applausi dei deputati del gruppo Popolo della Libertà). Questo è un fatto estremamente concreto, perché molte donne, voi lo sapete, lo sanno tutte le colleghe e i colleghi che si occupano di questo, spesso non denunciano perché non hanno i mezzi. Proprio ieri ho ricevuto una telefonata di una ragazza che era stata violentata: si era svolto un processo penale, e per il processo civile aveva dovuto pagare solo di avvocati 25 mila euro (Applausi della deputata Sbai). Ringrazio quindi il Governo, e mi auguro che possa inserire anche ulteriori modifiche, come il divieto di concessione degli arresti domiciliari, l'aumento dei tempi della prescrizione per questo reato, e l'interdizione perpetua dai pubblici uffici, in caso di condanna, dello stupratore. Ringrazio veramente il ministro Alfano e il sottosegretario Caliendo (Applausi dei deputati dei gruppi Popolo della Libertà e Lega Nord Padania).

lunedì 26 gennaio 2009

E' possibile?

Affissi a Roma nella notte tra domenica e lunedì, tra piazza Bologna e piazza Indipendenza, sede del Consiglio superiore della magistratura, centinaia di manifesti che attaccano il vicepresidente del Csm Nicola Mancino. I manifesti portano la firma di un circolo del movimento giovanile legato ad AN, che dichiara in una nota: "Con questa iniziativa uniamo la nostra a tutte quelle voci che da anni continuano a lottare perché sulla morte di Paolo Borsellino venga fatta finalmente giustizia, in particolare vogliamo porre l'attenzione su Nicola Mancino, caso emblematico. Due anni fa Salvatore Borsellino, fratello del giudice, ruppe un silenzio assordante durato 15 anni sulle responsabilità dello stato nella strage di via D'Amelio. Ora, dopo anni in cui sono continuati ad emergere altri particolari che tendono sempre più a confermare i ragionevoli dubbi del fratello, è arrivata la testimonianza del figlio dell'ex sindaco di Palermo Ciancimino che ha rivelato uno scandaloso accordo mafia-stato che ebbe come garante proprio l'ex ministro dell'Interno Nicola Mancino che ora ricopre un ruolo di primo piano nella giustizia italiana come vicepresidente del Csm"."Mancino - continua il comunicato - ebbe un incontro con il giudice pochi giorni prima della morte, incontro che lo stesso continua a 'non ricordare', in cui si presume che l'ex ministro abbia messo Borsellino di fronte all'accordo con Cosa nostra, che ovviamente il giudice ha rifiutato, restando isolato e firmando così la sua condanna a morte che venne eseguita il 19 luglio del 1992"."In questi giorni - conclude la nota di Azione Giovani - in cui la politica si interroga sulla questione morale crediamo sia un atto dovuto alla nazione che Mancino rassegni le dimissioni visti i pesanti lati oscuri che ancora oggi avvolgono la sua persona e speriamo che finalmente sui casi irrisolti di via D'Amelio venga fatta luce facendo giustizia a Paolo Borsellino, morto per la sua terra". Occorre appoggiare questa iniziativa e chiedere risposte immediate agli inquietanti interrogativi. Mancino ha denunciato gli autori dei manifesti. La diatriba AG/Mancino non ci interessa: l'unico interesse è che venga fugato ogni dubbio. Subito.

venerdì 23 gennaio 2009

E le chiamano canzonette

Alla vigilia dell'uscita del suo nuovo album, su Gino Paoli si scatena la polemica: pietra dello scandalo è "Il pettirosso", uno dei brani contenuti nell'ultimo lavoro dell'artista che festeggia 50 anni di carriera, intitolato 'Storie'. Una canzone che narra di uno stupro di un vecchio nei confronti di una bambina di 11 anni, in cui lui alla fine muore e lei ne prova pietà. La commissione bicamerale per l'Infanzia ha oggi deciso di ascoltare il cantautore nell'ambito di una indagine conoscitiva che la commissione, presieduta da Alessandra Mussolini, sta svolgendo sulla pedopornografia."Nessuna censura all'artista", dice la Mussolini, ma attenzione ai "messaggi fuorvianti" sulla pedofilia, anche di un testo di una canzone, che possono "essere molto devastanti. Per il pedofilo non c'é perdono". L'autore di 'Sapore di sale' al momento non risponde all'invito della commissione. Ma fa sapere che il testo é chiaro e non ha bisogno di ulteriori approfondimenti. Ieri ai giornalisti aveva spiegato che la canzone parla di "umanità, una parola importante da capire. La scopre solo il bambino, che non ha sovrastrutture". In un'intervista ad Avvenire è entrato ancor più nel merito spiegando che nel brano la bambina "davanti al vecchio pazzo che dopo la violenza le muore sotto gli occhi, esercita quella pietas cristiana di cui invece la società nella sua spasmodica ricerca del mostro ha perso traccia". "Aveva gli occhi come un pettirosso/era una donna di undici anni e mezzo - recita il testo - si alzò la gonna per saltare il fosso/aveva addosso un vestitino rosso. Mentre passava in mezzo a quel giardino/di settant'anni incontrò un bambino/voleva ancora afferrare tutto/e non sapeva cos'é bello e cos'é brutto/e l'afferrò con cattiveria/lei si trovò le gambe in aria/lui che cercava cosa fare/c'era paura e c'era male". Il testo prosegue così: "E il male lo afferrò proprio nel cuore/come succede con il primo amore/e lei allora lo prese tra le braccia/con le manine gli accarezzò la faccia/così per sempre si addormentò per riposare/come un bambino stanco di giocare". Per Pietro Zocconali, presidente dell'Associazione Nazionale Sociologi, "non si può prefigurare una pietas, cristiana o laica che sia, riguardante solo la coscienza di chi soggettivamente ha patito l'onta di una violenza. Nemmeno la massima autorità religiosa esistente sulla faccia della terra può calarsi o interferire in un sentimento così profondamente ferito". Antonio Marziale, presidente dell'Osservatorio sui Diritti dei Minori e consulente della commissione, ritiene "singolare che in poche righe ci si possa inoltrare in percorsi talmente intimi e soggettivi, come la pietas cristiana, prefigurando un'indulgenza tutt'al più spettante alle professioni religiose". Il Moige (Movimento Italiano Genitori) giudica "positiva e dovuta" la richiesta della commissione e dice che la canzone "tratta la piaga delle pedofilia in maniera ambigua: un testo del genere non può essere diffuso senza pensare alle eventuali conseguenze".

mercoledì 21 gennaio 2009

Alla faccia della verità dei compagni

Il quotidiano di Rifondazione comunista in edicola cita Ezra Pound, ma nasconde il nome del poeta. La nuova linea dura, pura, vetero-operaista di Dino Greco umilia la saggezza che accompagnò la direzione di Sansonetti, il quale nel giornale di Rifondazione era arrivato con coraggio ad analizzare grandi figure di intellettuali fascisti, da Brasillach a Celine, da Drieu La Rochelle a Papini, D'Annunzio e Marinetti. Invece, in alto a destra, a fianco della testata, come tutti i giorni, ieri appariva una citazione: 'Se un uomo non difende le sue idee, non vale niente lui o non valgono niente le sue idee'. Accipicchia, vien da pensare, anche la nuova Liberazione mantiene qualcosa dello spirito sansonettiano se arriva a piazzare in prima pagina una frase del poeta 'fascista' Ezra Pound'. Ma a differenza di Roberto Saviano che, citando la stessa frase, non ha avuto nessuna remora a specificare l'autore, Liberazione non ha avuto coraggio e ha trasformato Ezra Pound in un piu' pudico 'anonimo'. Insomma, cassato l'autore, alla faccia delle verità.

martedì 20 gennaio 2009

Curiosità e speranze

E' giunta l'ora dell'insediamento di Barak Obama quale nuovo Presidente degli Stati Uniti d'America.
Verrà soddisfatta la curiosità di molti e si accenderanno alfine le speranze di altri per una svolta nella politica dell'unica superpotenza mondiale.
I problemi che Obama dovrà affrontare sono molti e - riteniamo - di difficile soluzione: la crisi finanziaria globale, le tensioni in medio ed estremo Oriente, le ingiustizie sociali che ancora albergano negli USA (Paese che, come è noto, si è rifiutato tra l'altro di ratificare il Tribunale mondiale per i crimini di guerra), i rapporti con la Cina.
Non basteranno concerti, consenso e speranze.
Il rischio è che in mancanza della tanto auspocata svolta, anche da parte di alcuni segmenti repubblicani, alle "midterm elections" si arrivi con un Presidente ribattezzato Obama W. Bush.

lunedì 19 gennaio 2009

Grandi e minori

Se i grandi discutono, entrano in campo i piccoli.
Spesso accade anche in famiglia: se i genitori litigano a ricomporre ci pensano i figli.
Certamente non è il caso del PDL: nessuna rottura, quindi nessuna ricomposizione necessaria.
Ma se FI e AN battibeccano, un ruolo di responsabilità e di fermezza lo stanno giocando AS, DCA, Nuovo PSI e PRI.
I loro leader, umilmente e silenziosamente, stanno tessendo la tela del PDL a modo loro.
Lavorano e basta, senza divisioni, coerentemente verso i tanti milioni di italiani che al PDL hanno chiesto di nascere.
I piccoli (minori, per dirla alla Verdini) sono in campo e lavorano anche per i grandi.

venerdì 16 gennaio 2009

Rissa tra compagni

Ieri sera ad ANNO ZERO, la trasmissione di approfondimento politico di RAI2, si è consumata una nuova rottura a sinistra. Lucia Annunziata, sdegnata per l'impostazione troppo filo palestinese (per lei) data dal collega Santoro alla puntata, ha abbandonato gli studi televisivi. Oggi l'inevitabile seguito, con polemiche annesse anche a livello istituzionale.
Francamente della (ennesima) rissa tra compagni poco ce ne cale.
Non crediamo che il Michele "furioso" sia così sprovveduto da non prevedere quanto sarebbe accaduto.
Siamo, quindi, sicuri che Santoro abbia veramente voluto fare un favore ai palestinesi?
Visto il risultato ottenuto qualche dubbio ci assale.

giovedì 15 gennaio 2009

Time is over

Oggi leggiamo che qualcuno vuole proporre il partito unico della destra sociale italiana.
Tempo scaduto!
Nel 2004, proprio da quella sponda, si impedì di fare una lista unica alle elezioni europee tra Alternativa Sociale e FT.
Dopo le regionali del 2005 - nonostante il buon risultato (stessa percentuale de La Destra alle politiche) che ottenne la lista unica AS-FT - dalla stessa sponda ci si affrettò a scongiurare ogni ipotesi di fusione, cominciando peraltro a sparare a palle chiodate contro Alessandra Mussolini per lungo tempo.
Da allora Azione Sociale ha intrapreso un libero e coerente percorso verso il bipolarismo aderendo al progetto del Popolo della Libertà, portando un patrimonio di valori di destra chiari e condivisi dagli altri leader del PdL.
Ora che si arrangino e tentino di fugare altrimenti la paura per il proprio futuro politico e dei gruppi che rappresentano.

mercoledì 14 gennaio 2009

Destra sociale

L’On. Alessandra Mussolini, Presidente della Commissione Bicamerale Infanzia ha fatto inserire nel decreto legge anti crisi la gratuità del latte artificiale e dei pannolini per i neonati da 0 a 3 mesi. Come Presidente della Commissione Infanzia aveva rappresentato la necessità di fornire immediate e adeguate risposte in un momento delicato sia dal punto di vista economico per la famiglie italiane ma soprattutto nella prima fase della vita del bambino. E’ un successo importante che corona una battaglia storica di Alessandra Mussolini, che da anni ha portato avanti e che solo ora, grazie alla coesione della maggioranza, ha avuto l’orgoglio di portare a compimento. Non basta averla scritto sul logo del partito "destra". La politica di AS e` vera destra sociale.

martedì 13 gennaio 2009

La parola al popolo - 2

Rosetta Iervolino e Antonio Bassolino sono in coda al gradimento dei cittadini del loro territorio quale Sindaco di Napoli e Governatore della Campania. Monnezza e scandali hanno umiliato ancora una volta Napoli e la Campania e il popolo vede in loro responsabilità gravissime. Un sussulto di dignità li avrebbe già fatti dimettere. Invece, incollati alla poltrona, provocano ancora guasti e vergogna. La parola al popolo: si, ma quando?
PS: Forse, come qualche blogger ha detto, il popolo non ha sempre ragione, ma in questo caso lo schifo è tale che la parola al popolo va data, subito.

lunedì 12 gennaio 2009

La parola al popolo

Legge per le europee, Vigilanza RAI, riforma della giustizia: in Italia.
Morte, distruzione, bombe e missili: a Gaza.
Torture, minacce e persecuzioni: in India contro i cristiani.
Licenziamenti, crisi, mutui subprime, povertà: nel mondo intero
A decidere sulla pelle del popolo sono sempre quattro gatti.
A quando le decisioni al popolo?

domenica 11 gennaio 2009

Ma ci faccia il piacere!

Abbiamo saputo che ieri a Pisa c'è stata un pò di maretta tra facinorosi di opposte fazioni.
Abbiamo letto che qualcuno s'è indignato. E' lo stesso figuro che, quando l'On. Mussolini nel 2004 girava l'Italia per la campagna elettorale europea, seduto negli uffici della Regione Lazio, taceva di fronte al sistematico boicotaggio delle manifestazioni di Alternativa Sociale anche attraveso l'utilizzo di escrementi e vermi nei luoghi dove si sarebberero dovuti tenere gli incontri. O ancora, mostrava totale indifferenza di fronte alle aggressioni dei compagni contro i militanti di AS a Schio nel giorno della commemorazione di un eccidio partigiano, di fronte al quale il figuro indignato di oggi non hai mai detto e fatto nulla. Oggi si sveglia e vuole giustizia. Per dirla alla Totò: "Ma ci faccia il piacere ...".

venerdì 9 gennaio 2009

L'Italia e la povertà

I leader mondiali stanno lavorando per salvare l'economia.L'Italia proporrà alla prossima riunione del G8, di cui assume la presidenza di turno, un «legal standard». Lo ha annunciato il ministro dell'Economia Giulio Tremonti da Parigi, al termine del forum "'Nuovo mondo, nuovo capitalismo" sulla crisi finanziaria. Tremonti ha spiegato che si tratta di «un sistema giuridico-legale, del tipo delle bozze Ocse adattate ai nostri tempi»; da non confondere, ha precisato il titolare di via XX Settembre, della regolamentazione di un solo settore, come quello finanziario, ma di «un insieme di regole soprattutto giuridiche cui tutti dovranno attenersi». Nel dettaglio Tremonti ha osservato che «nel mondo c'è non solo un mercato, ma tantissimi Stati. E molti di questi hanno un sistema legale solido, altri solo in apparenza. Noi proporremo - ha proseguito - che si facciano leggi il più convergenti possibile, vale a dire un sistema giuridico-legale che includa valori e regole che negli ultimi dieci anni sono stati oscurati».Ipotesi moratoria sui prodotti tossici della finanza. Il ministro ha inoltre proposto una moratoria internazionale sui titoli "tossici" delle banche. Per far fronte alla crisi, tra le varie misure, ci sarebbe un altro intervento che dovrebbe basarsi «sulla separazione tra attività sane e titoli tossici». Bisogna «difendere la parte operativa delle banche. C'è una parte che - ha spiegato - può essere separata, sospesa in una logica di moratoria. Salvare tutto è una missione divina ma salvare quanto può essere salvato è una missione umana, dei governi». Il governo intende monitorare la situazione dei finanziamenti alle piccole e medie imprese: il ministro dell'Economia ritiene infatti che, data la particolare congiuntura economica, occorra «evitare la restrizione del credito». Tremonti ha spiegato che per il momento le banche cooperative «proseguono i loro affidamenti alle imprese mentre altri li hanno ridotti. Sono selezioni che - ha aggiunto - non tengono conto della situazione dei conti delle imprese ma della struttura di bilancio delle banche». Non sappiamo se questo basterà. Certo è che si allarga l’emergenza povertà in Italia , un Paese con tali squilibri sociali da ricordare il Sudamerica. Secondo il Rapporto sulla povertà in Italia elaborato dalla Caritas Italiana in collaborazione con la Fondazione Zancan «l’emergenza sociale riguarda 15 milioni di persone», quindi non solo i 7,5 milioni di persone ufficialmente sotto la soglia della povertà, ma altrettanti che «si collocano poco sopra, e quindi sono da considerare ad alto rischio». Il rapporto denuncia le «profonde disuguaglianze» nel nostro Paese, dove «il quinto delle famiglie con i redditi più bassi percepisce solo il 7,0% del reddito totale» mentre «il quinto delle famiglie con il reddito più alto, percepisce il 40,8% del reddito totale». L’Italia, quindi, si avvia a una situazione di sperequazione sociale che ricorda quella di alcuni paesi dell’America Latina. Mons. Vittorio Nozza, direttore della Caritas Italiana si è chiesto: «Assistiamo in questi giorni a montagne di soldi pubblici che, con il giusto accordo di tutti, corrono al capezzale della grande finanza e delle imprese in crisi per tentare di mettere in atto un salvataggio. Perchè non fare altrettanto per soccorrere chi lotta quotidianamente per sopravvivere all’indigenza e alla precarietà?». In Italia sono povere le famiglie con anziani (soprattutto se non autosufficienti) ed è povero un terzo delle famiglie con tre o più figli. Avere più figli o i nonni in casa aumenta cioè il rischio di povertà, mentre in Norvegia con più figli il tasso di povertà si abbassa. Secondo i dati Istat, citati nel Rapporto Caritas-Zancan il 13% degli italiani è povero, in quanto vive con meno di 500-600 euro al mese. Il 48,9% delle famiglie povere vive al Sud. Altro punto dolente evidenziato dal rapporto la posizione rispetto agli altri Paesi Ue. «Insieme alla Grecia e all’Ungheria - si legge - siamo in Europa l’unico Paese non dotato di misure basilari di intervento» contro la povertà. «Paesi come l’Inghilterra - ha ricordato mons. Nozza - destinano alla lotta all’esclusione sociale l’1,7 per cento del Pil, contro lo 0,1% italiano. Mentre in Europa la media è dello 0,9%». Gli altri paesi, ha aggiunto, hanno varato «un piano che l’Italia non ha e non ha mai avuto». Tra le proposte contenute nel Rapporto: l’adozione di una misura universale di sostegno al reddito; nel mezzogiorno investire in servizi pubblici essenziali; tutelare anziani e portatori di handicap, che costituiscono una «emergenza» per molte famiglie italiane; nella crisi degli alloggi intervenire con sostegni agli affitti, garanzie ai proprietari e edilizia pubblica. Basterebbero queste cifre a randere la politica più seria e credibile: invece, dobbiamo pure sopportare i capricci di Rosetta (Iervolino) o i referendum di Tonino (Di Pietro) ....

giovedì 8 gennaio 2009

PASCA PIREDDA, UNA VITA A DIFESA DELL’IDEA DI PATRIA

Stamani, accedendo alla mia posta elettronica, mi sono ritrovato una di quelle Email che avrei preferito non ricevere mai.
L’Associazione Campo Della Memoria mi comunicava che “La scorsa notte a Roma ci ha lasciati all'età di 92 anni, Pasca Piredda, Segretaria personale del Comandante e Capo ufficio stampa della Decima“.
La figura di Pasca, il pezzo di storia che rappresenta, è indispensabile che vengano ricordati soprattutto alle giovani generazioni. Tra l’altro Pasca, benché novantaduenne, non era affatto anziana, era ancora una giovanissima ausiliaria della Decima Flottiglia Mas, costretta da un sortilegio malefico a vivere nel corpo di una vecchia.
Non è facile parlare di lei e della Decima ai nostri giovani che tutto sanno di veline e di tronisti ma nulla conoscono della nostra storia nazionale.
Ci proverò, nelle poche migliaia di battute che gli spazi giornalistici mi consentono. L’8 settembre 1943, da molti è considerata come la morte della Patria. Fu la data che segnò una resa senza condizioni, contrabbandata per armistizio, e alla quale seguì la triste vicenda di un re spaventato che saltò sul carro del vincitore.
Non tutti accettarono questo gioco al massacro e il Principe Juno Valerio Borghese, Comandante della Decima Flottiglia Mas, intese continuare la guerra a fianco dello stesso Alleato con il quale aveva iniziato quel conflitto. Fu così che la Decima, da reparto d’assalto di Marina, si trasformò in una Divisione di fanteria di Marina che manteneva comunque attivi reparti di assaltatori subacquei.
Per gli uomini di Borghese non fu importante vincere o perdere, ma come si vince e come si perde. Nel momento di un cambio di fronte tristissimo che avrebbe impresso alle nostre armi il marchio del voltafaccia, i marò della Decima intesero schierarsi a tutela della Patria.
Sia chiaro al lettore che la Decima non difese il fascismo. La Decima non difese alcuna ideologia politica, ma fu solo un reparto militare che intese continuare a combattere a difesa della Patria invasa dagli eserciti stranieri. La Decima fu un fatto squisitamente militare.
Del reparto di Borghese fece parte il S.A.F., il Servizio Ausiliario Femminile Decima, e tra le donne del S.A.F. vi fu Pasca Piredda. Era una brunetta di origini Nuoresi, laureata in Scienze coloniali che, praticamente rapita da tre ufficiali decumani dalla segreteria del Ministro Mezzasoma, divenne poi responsabile dell’ufficio stampa della Decima Flottiglia.
Con la fine della guerra, con i campi di concentramento e la galera o la diaspora per i marinai di Junio Valerio Borghese, la battaglia del principe, in difesa della Patria, non ebbe termine. In questa sua lotta, in un’Italia che andava sempre più alla deriva ideologica, gli fu vicinissima Pasca Piredda.
Per parlare di Pasca ai nostri giovani, bisognerebbe prima spiegare loro che cos’è la Patria, la terra dei padri, il posto dove i cuori che battono lo dovrebbero fare in sincrono, perché accomunati da una storia comune. Purtroppo, i nostri ragazzi, tutti aspiranti tronisti o veline, sono stati cresciuti senza storia, senza ricordi comuni, senza tradizioni e senza passioni che non siano quelle dell’apparire piuttosto che dell’essere.
Per questo motivo la figura di Pasca Piredda è quanto mai oggi attuale, perché è la figura di una donna che ha speso la sua vita in nome di un’idea. Era questa l’idea di una Patria italiana più bella e più grande.
I funerali di Pasca si svolgeranno venerdì 9 gennaio alle ore 10 nella Chiesa di S. Pancrazio, Largo S. Pancrazio, 5 in Roma. Se un solo giovane, letto questo breve articolo, vorrà essere presente a quei funerali, io non avrò perso tempo a scrivere, avendo guadagnato un italiano dal mondo dei tronisti.
E mail pervenuta da Daniele Lembo alle ore 16,51 di oggi

mercoledì 7 gennaio 2009

7/1/1978-7/1/2009

La proposta del Sindaco Alemanno di intitolare una strada ai martiri della strage di via Acca Larentia trova l’incondizionato e forte sostegno mio personale e di Azione Sociale tutta.
E’ un atto dovuto che dimostra la sensibilità del Sindaco di fronte alla tragedia degli anni di piombo, periodo che purtroppo qualcuno vorrebbe rianimare. Non mi stupisce affatto che sul fronte opposto siano uniti contro Alemanno il Consigliere Storace e il Partito Democratico. D’altra parte, dopo avere piagnucolato ed incassato la Presidenza della Commissione Speciale per Roma da parte della maggioranza, è ormai chiaro a tutti che Storace funge da portavoce del PD romano nella opposizione al Sindaco.” Roma, 7 gennaio 2009